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Umbertide cambia: bilancio comunale senza futuro
Riceviamo e pubblichiamo.
BILANCIO 2014: SINTESI POLITICA E PROPOSte
Occorre fare due premesse: una di natura politica, l’altra di natura tecnica
La premessa di natura politica. L’astensione espressa dal gruppo Umbertide cambia sulle linee programmatiche esposte dal Sindaco non è frutto del caso. Rientra in una precisa strategia che ci siamo dati: contribuire costruttivamente all’azione amministrativa guardando all’interesse della comunità.
In questo senso abbiamo espresso una disponibilità al confronto, se ci sarà da parte dell’Amministrazione una reale apertura. Quindi una effettiva partecipazione nella fase di costruzione del bilancio 2015.
Tra quelle indicate dal Sindaco ci sono proposte che condividiamo. Alcune sono già previste nel nostro programma elettorale.
Ma il disegno programmatico esposto non trova in alcun modo coerenza e sostanza nei documenti contabili presentati.
E comunque questo confronto deve partire da una chiara operazione di verità sulla condizione di partenza. Quindi una valutazione onesta sulla condizione economico finanziaria dell’Ente, in equilibrio per così dire “precario”, e soprattutto appesantita da un indebitamento, frutto anche di scelte costose ed inopportune fatte dalla precedente Amministrazione, che pesano come un macigno sulla possibilità di indirizzare risorse verso nuovi necessari progetti che riguardano lo sviluppo della città, e di fatto condiziona le stesse scelte di questa Amministrazione.
La premessa di natura tecnica. Le nostre valutazioni sui documenti di bilancio non riguardano il profilo della legittimità, sancita dalla relazione dei Revisori dei Conti, né giudicano gli aspetti tecnico – amministrativi - contabili, che attengono alla responsabilità ed alla professionalità dei diversi Responsabili di Servizio.
Peraltro ci sembra giusto sottolineare pubblicamente la disponibilità ad una informazione dettagliata dimostrata dai funzionari dell’Ente, nel limite della loro facoltà, sulle materie di competenza.
Le nostre valutazioni riguardano il piano politico – amministrativo.
Trasparenza, partecipazione, responsabilità, chiarezza.
Sono parole ripetute dall’Amministrazione, dal gruppo di maggioranza, ma anche dalle opposizioni, nei loro interventi.
Parole importanti che stanno a significare concetti importanti, da mettere in pratica e non soltanto da enunciare.
In teoria siamo sulla stessa lunghezza d’onda.
In pratica c’è ancora una distanza che marca le posizioni di Umbertide cambia da quelle dell’Amministrazione e della maggioranza.
Quella distanza, ancora evidente, tra il dire e il fare, e mi riferisco in particolare agli ordini del giorno in materia di trasparenza e partecipazione, sui quali la maggioranza ha paradossalmente votato “no”.
Quella distanza, altrettanto netta, come è emerso dalle linee programmatiche esposte, tra una dimensione ancora chiusa nel livello locale, ed una nuova e necessaria apertura territoriale.
Quella distanza che distingue una visione strategica coerente, improntata ad uno sviluppo sostenibile, in termini economici, sociali, ambientali, generazionali, ed una lettura delle situazioni ancora timida e conservatrice, condizionata da logiche di partito, interessi particolari, difesa miope di strategie evidentemente lontane dal reale interesse della comunità.
Allora ci sono altre parole chiave da introdurre nei nostri ragionamenti e soprattutto nelle scelte politiche. Parole che non abbiamo ancora sentito.
Ad esempio: merito, equità, emancipazione sociale, che sta a significare una attenzione al bisogno non circoscritta all’assistenzialismo, ma alla promozione della dignità della persona e della famiglia.
Il gruppo di Umbertide cambia voterà contro i documenti di bilancio: perché non ci appartengono, e perché non rappresentano questa auspicata innovazione.
Non ci appartengono formalmente, perché un bilancio di previsione proposto ad Agosto, a causa dei continui mutamenti e rinvii della normativa statale, frutto della confusione politica, non può essere espressione di un Consiglio Comunale insediato a Giugno.
Non ci appartengono sostanzialmente, perchè tanto il documento annuale, quanto quello pluriennale, che per la verità poco incide e poco è stato valorizzato, quindi gli allegati di prassi, sono ancora in continuità con le precedenti amministrazioni, e soffrono per scelte costose e poco lungimiranti (qualcuna addirittura inutile, come la bretella ferroviaria di Pierantonio) testardamente perseguite negli ultimi cinque anni.
E non recepiscono obiettivi, pure condivisibili, indicati dal Sindaco nella sua relazione.
Bisognerebbe ricordare, e non solo scrivere, che criteri di valutazione di una buona gestione delle uscite sono l’efficienza della spesa (cioè fare le cose programmate), ma anche l’economicità della spesa (cioè conseguire gli obiettivi stabiliti spendendo il meno possibile, e già qui potremmo discutere), e soprattutto l’efficacia della spesa, che richiama l’attitudine ad utilizzare le risorse cercando di soddisfare le reali e prioritarie esigenze della collettività.
Principio, quest’ultimo, che valuta l’opportunità delle scelte politiche e amministrative, elemento a nostro avviso particolarmente critico nella strategia che ha caratterizzato l’Amministrazione cittadina negli anni recenti.
E’ dunque, quello del quale stiamo discutendo, un bilancio ingessato, appesantito da un indebitamento eccessivo (anche se nei parametri di legge), privo di risorse utili a finanziare progetti nuovi e veramente necessari alla collettività.
Un bilancio che non ha ancora segnato il passaggio verso una necessaria revisione strutturale della spesa ed un conseguente contenimento della pressione fiscale.
Un bilancio annuale e pluriennale che non sembra accompagnare l’Ente verso la delicata stagione del federalismo municipale, verso la logica dei fabbisogni standard, che dovranno essere alla base del finanziamento delle spese, verso la ricerca di un equilibrio contabile tanto in termini di competenza, quanto in termini di cassa.
Un bilancio che non investe come dovrebbe in politiche per il lavoro ed il diritto allo studio.
Un bilancio che, quindi, da una parte non risponde alle esigenze primarie delle persone, dall’altra non prova a valorizzare le persone stesse.
Basta leggere i dati relativi alle funzioni nel campo dello sviluppo economico per avere il polso della situazione. Una voce in continua diminuzione, che va dai miseri 192.045 euro del 2009, all’ancora più misero stanziamento previsto per il 2014, pari 110.055.
Anno
2009
2010
2011
2012
2013
2014 p
Funzioni nel campo dello sviluppo economico
192.000
173.879
170.473
177.629
134.339
110.055
Ed è in particolare su questi temi che chiediamo un intervento, avanzando precise proposte, che proponiamo alla votazione del Consiglio come emendamenti al documento di bilancio.
Finanziare con almeno 20.000 euro nel 2014 ed almeno 30.000 nel 2015 e nel 2016 il “Fondo per il diritto allo studio universitario per studenti meritevoli in difficoltà economiche”, del quale abbiamo più volte discusso.
La copertura del maggiore importo, rispetto ai 10.000 euro previsti (teoricamente, perché non ho trovato in alcun atto uno specifico richiamo), dovrà essere reperita attraverso risparmi alla voce “Spese per organi istituzionali dell’Ente”.
Dati SIOPE riferiti al rendiconto 2013 ci dicono infatti che il costo per indennità riferite a cariche istituzionali è pari a 107.129 euro, mentre per rimborsi legati alla attività istituzionale si spendono 60.633 euro.
Sono valori al lordo di oneri e contributi. Ma è chiaro che in quelle cifre 10.000 euro si possono reperire (per fare un esempio, basterebbe un assessore in meno).
Attivare il progetto “Responsabilità sociale delle imprese”, in quella che definiamo “Fase 1” riguardante l’occupazione.
Si tratta in pratica di finanziare nel bilancio 2014 un fondo pari ad almeno 20.000 euro, prevedendone 50.000 nel 2015 e nel 2016, per incentivare concretamente le assunzioni di persone disoccupate, residenti nel comune, che abbiano più di 50 anni.
Il fondo, appositamente regolamentato, può essere finanziato dai proventi della TOSAP (entrata prevista 65.000 euro) o dalla imposta sulla pubblicità e diritti sulle pubbliche affissioni (entrata prevista 85.300 euro), che non hanno una destinazione vincolata.
Umbertide cambia si impegna a presentare alla discussione del Consiglio Comunale una proposta dettagliata, ma è fondamentale approvare oggi l’emendamento al bilancio, altrimenti sarebbe pura teoria.
Questo, secondo noi, significa cambiare strutturalmente l’impostazione della spesa, passando dalla fase delle opere pubbliche (a volte di dubbia utilità per la comunità, ma di importante riflesso elettorale) appunto alla fase dell’investimento sulle risorse umane, sul capitale sociale di cui la comunità umbertidese dispone.
E le proposte ora indicate individuano solo i primi, più urgenti obiettivi sui quali occorre lavorare: lavoro e conoscenza.
Se quello di previsione 2014 è un bilancio che non ci appartiene è invece nostra intenzione collaborare attivamente nella definizione del bilancio 2015.
Non ci piace un atteggiamento strumentale e demagogico.
Vogliamo piuttosto lavorare in maniera costruttiva nell’interesse della comunità locale, partecipando la costruzione delle decisioni, non la decisione in sé.
Non ci basta quindi una generica informazione. Iniziamo sin da domani a lavorare sul Bilancio di previsione 2015.
Chiediamo allora di definire insieme, maggioranza ed opposizioni, prima di tutto in Commissione ed in Consiglio Comunale, linee guida ed obiettivi.
Per presentaci poi insieme alla cittadinanza.
Chiediamo quindi di calendarizzare i lavori della prima Commissione consiliare fin dai primi di Settembre, con cadenza almeno quindicinale, per approfondire insieme ai tecnici dei vari servizi comunali aspetti specifici dei documenti contabili e di programmazione.
In questo si realizza concretamente il contenuto delle parole trasparenza, partecipazione, confronto, responsabilità, chiarezza.
In questo si verifica anche la volontà di mettere in pratica concretamente il significato di una ulteriore parola chiave: discontinuità.
Un nuovo stile ed un nuovo metodo di governo. Questo chiede Umbertide cambia.
Riteniamo sia questo il terreno sul quale la maggioranza potrà molto probabilmente costruire un nuovo, efficace rapporto con le opposizioni.
Umbertide cambia non si tirerà indietro. Proprio perché è nato per cambiare, per riformare, per stimolare una nuova iniziativa politica e amministrativa.
E per dare il proprio concreto e responsabile contributo al buon governo della nostra città.
Il Gruppo consiliare Umbertide cambia
Claudio Faloci
Alessia Bartolini
Stefano Conti
08/08/2014 15:53:41