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Stefano Conti e Gianni Codovini:''La giustizia giusta esiste. Ne siamo diretti testimoni''
Riceviamo e pubblichiamo
«La giustizia giusta esiste. Ne siamo diretti testimoni». Così inizia l’intervista con Stefano Conti e Gianni Codovini del gruppo civico Umbertide cambia sulla annosa controversia processuale che hanno affrontato come imputati nel processo per diffamazione, sorto dalla querela e per iniziativa dell’on Giampiero Giulietti nel maggio-luglio 2014, immediatamente dopo le elezioni comunali che videro Umbertide cambia quale protagonista, diventando il secondo partito della città.
L’intervista ai due esponenti civici e al loro avvocato Raffaello Agea chiarisce la questione giudiziaria - favorevole a Conti e Codovini - che è stata una spada di Damocle sulla vita politica locale.
Partiamo dalla fine. Avvocato Agea, una bella vittoria giudiziaria per Lei, per Conti e Codovini.
«Il procedimento si è svolto a Firenze in quanto al tempo dei fatti Codovini era giudice onorario al Tribunale per i Minori di Perugia: cosa questa che ne ha determinato il trasferimento. Il GIP di Firenze, su richiesta del PM, ha archiviato l’ipotesi di diffamazione poiché gli elementi acquisiti erano inidonei a sostenere l’accusa. Si trattava della pubblicazione di una nota attribuita a Codovini e ad Umbertide cambia riguardante la gara per la gestione dei rifiuti vinta da Gesenu sulla concorrente Sogepu. Nella nota, apparsa sul sito internet di una testata della quale era direttore Codovini, si evidenziava come quella gara fosse costata alle casse comunali di più rispetto alla migliore offerta del concorrente (Sogepu), dapprima escluso in sede di aggiudicazione e poi dichiarato vincitore dal Consiglio di Stato. Fin dall’inizio del procedimento, originato da una querela dell’On. Giulietti, è subito apparso chiaro come l’iniziativa, se non temeraria, fosse priva di fondamento fattuale e giuridico: nessuna diffamazione era stata consumata; non vi erano elementi per attribuire la nota a Codovini e a Conti; trattandosi di un sito internet le vigenti norme escludono la responsabilità per omesso controllo. Aggiungo solo che ho sempre ritenuto l’iniziativa del tutto ingiustificata e assai singolare il fatto che l’On. Giulietti non abbia mai chiesto rettifiche e/o l’oscuramento del sito»
Conti e Codovini. Cosa ne ricavate umanamente e politicamente dalla sentenza?
«La sfida lanciata dall’on Giulietti l’abbiamo vissuta - noi, il movimento e molti cittadini, affermano Codovini e Conti - come la difesa della libertà di critica e opinione nei confronti del potere che deborda dal suo alveo. Siamo contro ogni tipo di arroganza e la nostra battaglia giudiziaria voleva dimostrare che le buone ragioni possono rendere il re nudo, nonché far vedere che la zona grigia è sempre pericolosa. Insomma, almeno noi, questa esperienza l’abbiamo intesa come l’alternativa tra due modelli politici. Ma questo è anche un messaggio futuro per tutta la cittadinanza. Infatti, possiamo fare un appello?».
In che senso un appello alla cittadinanza?
«La nostra limpida vittoria giudiziaria deve rappresentare concretamente la fine di un’epoca politica e storica quindicinale, fatta di conflitti e asprezze anche personali. Ora basta: c’è un tempo per la guerra e uno per la pace. Non è possibile continuare, come oggi, in un clima di cospirazione, querele, falsità costruite ad arte, patacche e bufale politiche da fine impero. C’è bisogno per la città di uno scatto di qualità. Le prossime elezioni comunali, le più importanti di tutte le precedenti perché porteranno ad un cambiamento, dovranno basarsi non più sul povero chiacchiericcio complottardo, ma sul ricco programma che ogni forza sarà in grado di avanzare e rappresentare con donne e uomini competenti. Umbertide cambia, se governerà, assicurerà di certo pacificazione civile, crescita e competenza.»
06/02/2018 16:53:00