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Progetto 6000 campanili: polemica
Si trtta di difendere un brand: quelo dei piccoli Comuni dell'Alta valle del tevere. Così, i sindaci di MOntone, Citerna e Santa Maria Tiberina hanno preso carte e penna per scrivere, giustamente, al governo e ai parlamentari locali di riferimento sulle modalità del Progetto 6000 campanili. Riportiamo di seguito, senza commento, la lettera.
Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, On. Maurizio Lupi - Al Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali, On. Graziano Delrio - Agli Onorevoli Anna Ascani, Giampiero Giulietti,Walter Verini - Al Presidente dell’A.N.C.I. Nazionale, Piero Fassino - Al Presidente dell’ A.N.C.I. Umbria, Wladimiro Boccali
Onorevoli Ministri,
Onorevoli Parlamentari Umbri,
Pregiatissimi Presidenti,
a nome degli Enti Locali che rappresentiamo manifestiamo con sommo sconcerto il nostro più totale disappunto al “quiz a premi”, ci sia consentito di chiamarlo così, del progetto “6000 campanili” a cui, ovviamente, hanno preso parte anche i nostri Comuni di Montone, Citerna e Monte Santa Maria Tiberina.
Indubbiamente ci troviamo di fronte a una lodevole iniziativa legislativa che, parafrasando quello che ha detto Lei Onorevole Ministro Lupi, rappresenta un piccolo passo nella giusta direzione per portare l’Italia fuori dalla crisi, sennonché vanificata, purtroppo, dal metodo utilizzato per concorrervi.
Ahinoi ci è stato fatto dono di un giro sulla ruota della fortuna con in palio ben un milione di euro da impiegare per realizzare opere di riqualificazione del territorio, ma senza criteri, senza regole.
In un periodo come questo attuale di persistente scarsezza di risorse pubbliche, la possibilità di partecipare a questo piano ci è sembrato, per usare un’espressione biblica, come manna piovuta dal cielo.
I nostri Comuni quotidianamente, e lo diciamo senza alcuna presunzione, si trovano ad affrontare problematiche di diversa natura e profonda complessità, contando esclusivamente sulle forze di pochi dipendenti per ogni ufficio, ma con un gruppo di persone coeso, efficiente, competitivo, pieno di energie e, soprattutto, qualificato.
Facciamo del nostro meglio per amministrare la cosa pubblica e nessuno, nelle proprie mansioni, si risparmia, cercando di raggiungere ogni obiettivo prefissato senza crucciarsi se qualcuno più meritevole di noi ci ha superato. Nelle rare occasioni in cui accade questo siamo consapevoli di aver dato il meglio di noi stessi, individuando, attraverso una sana e responsabile autocritica, di capire cosa non ha funzionato, imparando dagli eventuali errori commessi.
Soprattutto questa volta, dove la posta in gioco era altissima, la più alta – per alcuni di noi – per la quale ci fosse mai capitato di competere, abbiamo spinto sull’acceleratore, curando ogni minimo dettaglio, nella convinzione di potercela fare anche questa volta.
“Abbiamo le credenziali giuste” ci siamo detti, “ne abbiamo dato prova tante volte”.
L’entusiasmo con cui abbiamo affrontato questa importante occasione si è letteralmente dissolto appena ci è stata resa nota la graduatoria dei Comuni ammessi.
Ci siamo scontrati con la realtà dei fatti: non servono competenze, non ci sono norme da interpretare, soluzioni da trovare. Con il progetto “6000 campanili” non c’è meritocrazia vince soltanto chi arriva primo, non perché è più bravo, ma perché la propria connessione internet è stata più veloce. Questa volta è mancato, permetteteci di esprimerlo in questo modo, quel pizzico di fortuna, quel fattore X per dirla alla talent show, viste le modalità stile “ruota della fortuna” con cui sono state concepite le regole di gara.
Non fosse stato altro che per la responsabilità che nutriamo nei confronti dei nostri abitanti e del territorio che amministriamo il 24 ottobre abbiamo partecipato al “click day”.
Abbiamo riposto nelle mani della dea bendata le sorti delle nostre rinsecchite casse comunali, confidando in un qualcosa di imperscrutabile e certi che intanto il tempo irreparabilmente fuggiva, lasciandoci nell’animo il sapore di una ingiusta sconfitta.
Questo procedimento iniquo di rimettersi inspiegabilmente alla casualità, a circostanze imprevedibili, va fortemente stigmatizzato. Se non altro lo impone il senso comune.
Relegare la figura dei Sindaci a meri giocatori d’azzardo e lo Stato a squallido croupier non è tollerabile.
Il progetto “6000 campanili” è un insulto all’intelligenza!
Il marchingegno del “click day”, contrario a ogni principio di ragionevolezza, non tiene conto della sconsolata realtà a cui devono far fronte i piccoli Comuni come i nostri.
L’unica magra consolazione è che sicuramente le risorse destinate ai Comuni più fortunati, non certamente più virtuosi dei nostri, non saranno sprecate, come da altre parti, ma impiegate per effettuare lavori importanti e necessari per lo sviluppo delle comunità interessate.
Auspichiamo che simili iniziative, le quali correrebbero il serio rischio di trasformarsi “in una guerra tra poveri”, non si ripetano più.
Speriamo, visti gli interessi coinvolti – su tutti quello delle ricadute occupazionali – che il Governo sappia cogliere l’opportunità per trovare, su base pluriennale, risorse capaci di finanziare tutte le domande presentate e rimaste fuori graduatoria, cosicché in un’unica soluzione si garantirebbero interventi di messa in sicurezza del territorio e per opere strettamente necessarie con sostanzioso aumento del PIL e riduzione del numero dei disoccupati.
Amiamo il servizio per cui siamo stati eletti, proprio per questo abbiamo deciso di far sentire la nostra decisa opinione.
Con deferenza.
I Sindaci dei Comuni di Montone, Citerna e Monte Santa Maria Tiberina
Mariano Tirimagni
Giuliana Falaschi
Letizia Michelini
10/01/2014 15:13:59